Piccola e perfettamente inserita nel tessuto urbano intorno al Duomo, la villa è un esempio classico della tipologia di palazzetto urbano della provincia veneta, che la ristrutturazione ha mantenuto leggibile in ogni parte.
La riorganizzazione della città a ponente del Duomo, nel XVI e XVII secolo, sarebbe stata riservata a edifici residenziali di buona qualità, che in parte si sono evoluti in edilizia corrente e in parte sono ancora leggibili, come il caso della villa urbana Dolfin Boldù, costruita su precedenti edifici quattrocenteschi.
Nel XVII secolo il lotto era già occupato da una casa su via Sabina (che allora era la strada principale su cui affacciava anche il Duomo). All'inizio del '600 l'edificio viene ristrutturato, sistemando poi la parte verso la corte, affacciata sulla strada divenuta importante con l'apertura del Ponte della Girometta (attuale via Zanchi). La villa nelle forme attuali è finita alla fine del 1600 (una scritta sul muro cita 1684), nei tre secoli successivi si aggiungono annessi e scuderie e, più recentemente, servizi negli spazi laterali.
La villa viene donata al Comune nel 1940, per usi culturali e sociali, da un'erede Dolfin Boldù, un ramo che unisce due famiglie nobili veneziane. Il complesso viene utilizzato come scuola superiore per qualche decennio e alla fine del 1900 necessita di restauri.
Con i restauri si attrezza lo spazio, inadatto agli standard moderni delle scuole, a biblioteca.
Il restauro (2000-2005) restituisce al meglio gli aspetti di pregio architettonico dell'edificio, di modeste proporzioni ma curato per indicare la nobiltà dei proprietari veneziani. in particolare si evidenziano le aperture delle sale centrali, a serliana e a trifora con le colonne e il timpano ai due piani superiori, oltre ai due obelischi sul tetto, posti a dare lustro alla facciata del giardino.
Il progetto riguarda, oltre ad una filologica ricomposizione delle facciate, la sistemazione interna (in particolare dei servizi, delle scale e del sottotetto) e l'abilitazione dei corpi annessi, importanti per le funzionalità della biblioteca. ll restauro ha permesso anche una riorganizzazione degli spazi degli edifici annessi nel XVIII secolo (rustici, scuderie, limonaia) ricavando le necessarie funzioni di organizzazione della biblioteca civica.
I servizi, la distribuzione funzionale e le attrezzature che stentavano a trovare spazio nelle stanze imponenti della villa, sono state sistemate negli edifici rustici laterali, che si sono potuti ristrutturare con maggiore libertà.
Tre delfini sullo stemma del cancello di ingresso: i Dolfin non erano certo di Este, ma venivano da tradizioni marinare.
Con l'illuminazione scenografica il giardino di ingresso, nella attuale sistemazione, presenta la villa come il fondale di una commedia goldoniana, con le quinte date dalla barchessa laterale ristrutturata e il sipario aperto del verde alberato sul fronte strada.
