Una delle numerose tenute dei Contarini nell'area estense, poi passata ai Da Mula e agli Albrizzi. Notevole per la posizione. il grande muro di cinta e la barchessa, mentre non è significativo l'edificio residenziale.
Posizionata tuttora al bordo occidentale della città, la grande area di pertinenza degli edifici, fatta di giardino, parco, broli e corte rurale si è diversamente distribuita nei quattro secoli scorsi, ma l'impostazione generale della tenuta agricola è rimasta: aperta verso la campagna, con la imponente barchessa (citata più della villa) che la divide in due e il lunghissimo muro perimetrale che comprende anche parte dei campi coltivati.
La tenuta è posta ad ovest della via Augustea, che segna il bordo occidentale della città. Una grande tenuta sin dal XVII secolo, progressivamente dotata di confort per la villeggiatura, divisa tra parte rurale e giardino, con barchessa importante e una recinzione quasi opera d'arte: tutti gli aspetti classici dei possedimenti di campagna, ma qui alle porte della città, anzi sopra i resti della città romana. Infatti, la tenuta corrisponde a importanti tracce di insediamento romano. I resti di una domus del periodo imperiale sul bordo della Via Augustea sono fonte di molti ritrovamenti che sono stati riorganizzati nel Museo archeologico nazionale Atestino.
La parte residenziale (cinque o seicentesca) è stata molto rimaneggiata nell'800, con probabile sopraelevazione, modifiche delle aperture e riorganizzazione interna. In ogni caso l'edificio non è studiato per emergere nel paesaggio e rimane defilato all'ombra di una vegetazione imponente e dell' alto muro lungo la via Augustea.
Della barchessa si ricorda il portico possente, indizio di una buona rendita agricola, e l'apparente indipendenza dalla parte residenziale (dei fattori e dei gastaldi, mai dei proprietari), come se fosse sempre rimasta al centro di un'attività produttiva a se stante.
La villa si presentava al visitatore (che arrivava dal Bisatto e dal "Sostegno della Brancaglia") da nord, con un articolato giardino formale ad aiole, ben separata dalla parte rurale. A sud della villa, dove ora prevale un parco con alberi secolari, uno spazio aperto per un'aia rurale gigante, aperta verso l'esterno e servita dalla grande barchessa.
Il disegno semplice e classicheggiante delle lesene e degli archi della barchessa del Serraglio è simile a quello di molte delle barchesse che Palladio disegna a completamento delle sue ville.
Il parco con i grandi alberi che oggi ormai nasconde villa e barchessa alla vista dei passanti, è diventato il protagonista del paesaggio interno della tenuta e ne qualifica la storicità, anche se non è nella posizione originale, occupa il giardino e la corte rurale, ed è relativamente giovane.